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CASA NEWS: AFFITTI AGEVOLATI

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Affitti agevolati applicabili in tutti i Comuni.

In attesa del via libera all’annunciato decreto legge sull’emergenza sfratti (dal 30 giugno è scaduto il termine di proroga e l’estromissione forzata dall’alloggio riguarda circa 26.000 famiglie nella fascia debole), il governo ha varato un provvedimento sostitutivo che dà la possibilità di ricorrere agli affitti a canoni calmierati in tutti i Comuni, e non solo in quelli dove inquilini e proprietari hanno già sottoscritto accordi territoriali.
Il decreto, prevede lo stanziamento di 120 milioni di euro per i buoni casa da 4.000-5.000 euro, aggiuntivi al fondo sociale per l’affitto oltre al differimento in regime transitorio delle esecuzioni di sfratto per 4 mesi, fino a fine ottobre.
Il provvedimento si configura come ”un atto fondamentale anche in vista del decreto sull’emergenza sfratti, in corso di approvazione, che prevede facilitazioni ed incentivi per quei proprietari di abitazioni che sottoscriveranno i contratti concordati” scrive il ministero.
Come previsto dalla legge sugli affitti, nei Comuni le associazioni dei proprietari immobiliari e degli inquilini possono stipulare accordi sulle ‘fasce di oscillazione’ minima e massima dei canoni di locazione. In cambio il contratto avrà una durata minore (3 anni più due di primo rinnovo automatico) e, ”se l’immobile si trova in un Comune ad alta tensione abitativa, sono previsti consistenti sconti fiscali sia per i proprietari che per gli inquilini meno abbienti”.
I contratti concordati prevedono, oltre ad un canone calmierato, agevolazioni fiscali per i proprietari del 30% del reddito imponibile derivante dai canoni e l’assunzione nella misura minima del 70% della determinazione della base imponibile per l’applicazione dell’imposta proporzionale di Registro.
Nei Comuni sprovvisti di accordo tra le parti, viene previsto l’utilizzo dei vecchi accordi sottoscritti in data antecedente al decreto interministeriale del 30 dicembre 2002, aggiornati alle variazioni Istat. Nei Comuni dove non siano mai stati definiti accordi territoriali, si fa riferimento all’accordo in vigore nel Comune demograficamente omogeneo di minore distanza territoriale, anche se situato in altra regione. A tutt’oggi, gli accordi territoriali sono stati sottoscritti in circa 60 capoluoghi di provincia ed in pochi altri centri minori.
(Fonte: Miaeconomia)

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