Sconti contro gli affitti in nero
ROMA – Inquilini con lo sconto fiscale, mutui meno cari, deduzione totale per i proprietari che affittano agli sfrattati. Queste e altre misure formano il “piano casa” che il vice ministro delle Infrastrutture, Ugo Martinat, ha presentato al dicastero dell’Economia.
Il piatto forte del piano è la possibilità per gli inquilini di dedurre integralmente dal reddito il canone di locazione. Una vera bomba fiscale, i cui costi sarebbero compensati dalla nascita di quel “conflitto di interessi” di cui finora si è solo (e molto) parlato. In sostanza, nonostante i numerosi sgravi fiscali per i proprietari di immobili, l’emersione delle locazioni in nero è rimasta affidata alle azioni di accertamento dell’agenzia delle Entrate e alle verifiche della Guardia di Finanza.
Nel database delle Entrate stanno affluendo tutti i dati dei contratti di fornitura di gas, luce, acqua e telefono, da confrontare con le intestazioni dei proprietari degli immobili per far emergere i contratti non registrati. L’arma più efficace, tuttavia, finora non è stata utilizzata: creare l’interesse diretto degli inquilini all’emersione dei contratti di locazione, consentendo loro la deduzione dei canoni. La proposta delle Infrastrutture è radicale: nel documento consegnato all’Economia si parla di consentire all’inquilino, con reddito annuo fino a 50mila euro, la completa deduzione dei canoni pagati, senza distinzione fra contratti di locazione. Il costo erariale sarebbe pesante: per chi ha un’aliquota del 33%, un affitto di 1.000 euro al mese porterebbe a pagare 3.960 euro in meno di Irpef, da rimborsare con il 730 o Unico. Ma nella proposta si punta all’elevatissimo numero di contratti in nero (circa il 20% secondo la GdF): l’emersione compenserebbe (facendo riferimento anche all’esperienza della detrazione del 36% per il recupero edilizio) il minor gettito Irpef dovuto alla deduzione. La praticabilità dell’operazione in termini di mancato gettito è tutta da valutare: proprio questo aspetto potrebbe portare a incidere sull’ampiezza del meccanismo.
Il provvedimento, secondo Martinat, potrà avere importanti benefici sociali e sarebbe accolto con larghissimo consenso. L’opzione nasce dal fatto, chiaro alle Infrastrutture, che la maggior parte delle famiglie italiane che vive in affitto abita nelle grandi città, proprio dove le locazioni sono elevate: ridurle di un importo pari all’aliquota Irpef marginale diventa un aiuto significativo. Attualmente, l’unica agevolazione per gli inquilini riguarda chi stipula un contratto a canone agevolato (comma 3, articolo 2 della legge 431/1998) e consiste in una detrazione di 495,80 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro e di 247,90 euro se il reddito complessivo è tra 15.493,71 e 30.987,41 euro. Fonte: ilSole24ore.
Ici, illegittimo il recupero retroattivo
E’ illegittimo il recupero retroattivo da parte dei comuni della maggiore imposta ICI nel caso di attribuzione della rendita catastale superiore a quella dichiarata in forma presunta da parte dei contribuenti. Questo è l’effetto di una importantissima sentenza della Corte Suprema di Cassazione che ha rigettato il ricorso di un comune che intendeva farsi riconoscere validi gli atti compiuti per il recupero delle imposte nei confronti di un contribuente. Lo rende noto il sen. Francesco Moro, vicepresidente del Senato.
Moro sottolinea l’importanza dell’azione svolta ”da quel singolo contribuente che si è opposto in ogni grado di giudizio che il comune aveva proposto per far valere l’indebita pretesa fiscale. E’ grazie anche a queste azioni, talvolta condotte in forma solitaria, che emergono situazioni che poi hanno ricadute importantissime nell’intera società e a cui non può che andare la nostra riconoscenza”.
La sentenza, sottolinea Moro, è stata emessa nell’udienza del 13-01-2005 dalla Corte Suprema di Cassazione ??? Sezione tributaria con il n. 3233/05 e pubblicata il 17-febbraio 2005 che vedeva il Comune di Bagno a Ripoli contro il signor Renco Goggioli Renzo . Lo stesso comune – ricorda Moro – aveva già avuto due sentenze contrarie da parte della Commissione Tributaria Provinciale e dalla Commissione Tributaria Regionale.
Nell’ultimo grado di giudizio anche il pubblico Ministero aveva concluso chiedendo l’accoglimento del ricorso per cui la decisione , avversa alla richiesta del P.M., assume pertanto maggior rilevanza. Prima del dispositivo della sentenza si legge: “Deve, quindi, concludersi per l’illegittimità degli avvisi emessi dal comune, coi quali era stato determinato una maggiore I.C.I , sulla base di attribuzione di rendita catastale avvenuta nel 2000, in relazione a periodi di imposta anteriori a tale anno (1994-1999 n.d.r.)???.
Secondo il vicepresidente del Senato non è dato di sapere quanti comuni e quanti casi analoghi a quelli in esame vi siano nel nostro paese ma certamente in molti si saranno attivati in quel senso tenuto conto che il gettito ICI è divenuta una delle principali fonti di finanziamento delle casse comunali. Fonte: MiaEconomia