Il sondaggio “Come la pensano gli Agenti Immobiliari?”, proposto da Raffaele Racioppi, formatore e consulente aziendale arcinoto nel panorama Real Estate, ha coinvolto 963 professionisti del settore dell’intermediazione al fine di tracciare un identikit dell’odierno agente immobiliare. Il campione intervistato è formato per il 42,92% da agenti immobiliari del nord Italia, per il 67,11% indipendenti, ovvero non aderenti a nessun sistema aggregativo e nel 71,78% dei casi con agenzia sulla strada. Osservando nel dettaglio l’identikit dell’agente immobiliare del 2015 emerge un professionista che nell’85,87% dei casi si dichiara bendisposto a collaborare con i colleghi, ma nel 60,62% dei casi dubita di mls e condivisione, il 79,27% dichiara che il mercato è pronto per un modello di agenzia multiservizi, ma solo il 24% si sentirebbe a suo agio in un simile contesto.
Pullulano le critiche verso i portali immobiliari, nonostante il 46,34% dei professionisti sostenga che la promozione degli annunci immobiliari che porta a concludere il maggior numero di vendite passa proprio dai “portali specifici”. Altri canali che procurano vendite sono le “richieste” (45,02%), la “collaborazione” tra colleghi (30,27%) e il “cartello” (38,78%). Il 73,81% degli agenti immobiliari non conosce l‘”Open House”, mentre il blog resta sconosciuto per il 69,19% degli intervistati, mentre viene riconosciuta qualche forma di presenza o attività su Facebook per l’87,35% dei professionisti, ma gli altri social network godono di scarsa considerazione.
Riguardo a collaborazione, mls e condivisione, il 60,62% degli agenti sostiene che la “categoria” non è ancora pronta ad un cambio di mentalità, ma l’85,87% ammette di aver collaborato con i colleghi traendone profitto. Il 71,90% degli intervistati desidera un “Codice etico condiviso”, l’82,27% il “Rating” sul collega, mentre per 87,16% degli agenti è necessaria un’unica “Associazione di Categoria”. Proprio le iscrizioni alle associazioni di categoria hanno visto un calo dell’8,43%.
A dimostrazione che la categoria degli agenti immobiliari, nell’era della comunicazione sociale e della tecnologia, ha ancora bisogno di evolversi, il fatto che la conoscenza del “marketing” risulta importante solo per il 5,21% degli intervistati, mentre appena l’1,23% dei partecipanti ritiene importanti le “conoscenze tecnologiche”.
Raffaele Racioppi ritiene “che il sondaggio ben rappresenti una categoria ricca di individualismo, in profondo cambiamento, ma purtroppo ancora lento rispetto ai tempi e alle dinamiche di mercato”. Nel risultato del sondaggio legge “l’esigenza marcata di tutela in ambito legislativo, che oggi trova le associazioni di categoria ‘nude’ e che non può cadere in un vuoto silenzio”. Trova “attuale l’esigenza di formare o meglio, DE-formare (abbattere i muri della formazione tradizionale) i professionisti dell’intermediazione per metterli nella condizione di acquisire nozioni e informazioni, anche di cultura generale, per creare e gestire relazioni produttive in un mercato affollato di concorrenza”.
Gerardo Paterna, agente immobiliare e blogger, ha commentato i risultati del sondaggio in “Agenti immobiliari allo specchio”, sottolineando che “nonostante le contraddizioni e l’orientamento non particolarmente coeso, la partecipazione all’indagine dimostra che si sta acquisendo consapevolezza del fatto che è necessario muoversi, a tutti i livelli, per riqualificare il settore dell’intermediazione e migliorare la percezione del proprio operato”. Prosegue Paterna “Forse la concorrenza esistente, o anche solo la paura che arrivi qualche big player ad imporre nuove dinamiche, può favorire un necessario risveglio, una indispensabile attività che coinvolga ogni aspetto della professione: formazione, rappresentanza istituzionale, apertura a nuovi modelli, esplorazione di nuovi mercati”. In conclusione “Muoversi singolarmente per produrre il cambiamento in un settore, questo deve essere il nuovo corso. Perchè anche gli “immobili” hanno bisogno di riprendere a ‘muoversi‘”.