Ormai è ufficiale, per tutto il 2013 chi possiede solamente la prima casa non dovrà pagare l’IMU, che resta invece invariata per alcune categorie catastali e per le seconde case. Naturalmente coprire i costi di questa cancellazione, senza aumentare le tasse o tagliare i servizi sarebbe un miracolo. I Comuni hanno bisogno di soldi per continuare a fornire i servizi ai cittadini: ed ecco che per il 2014 arriva la Service Tax, una tassa comunale con una componente sulla proprietà e una componente relativa alla gestione dei rifiuti e dei servizi indivisibili.
Primo obiettivo del Governo nell’introdurre questa nuova tassa è quello di esentare il più possibile i proprietari di prima casa meno facoltosi. La base imponibile della Service Tax sarà la rendita catastale degli immobili (dunque permane una componente patrimoniale) e dovrebbe prevedere una distribuzione degli importi da pagare suddivisa tra proprietari e inquilini (nel caso di seconde case). Inoltre la componente relativa ai rifiuti urbani (ora Tares) sarà più accentuata sugli immobili di maggior pregio.
La “promessa” fatta dal Ministro degli Affari regionali Graziano Delrio che ha dichiarato “potrebbe essere esentato il 70% degli italiani” fa pensare ad un principio di equità contributivacompletamente diverso da ciò che è accaduto con l’IMU. Tutti lo speriamo.
Ora si possono fare solo ipotesi sulla composizione delle voci di costo che andranno a comporre la Service Tax. Ad oggi pare che la componente relativa alla gestione dei rifiuti urbani sia un costo a carico dell’inquilino, mentre la copertura dei servizi indivisibili, come manutenzione stradale e illuminazione pubblica, che contribuiscono a mantenere elevato il valore patrimoniale dell’immobile, sarà un costo a carico del proprietario.
Non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi da parte del Governo che andrà a definire tutti i dettagli tecnici e burocratici della nuova imposta.