Il Governo ha dato il via libera all’aumento dell’aliquota Tasi, la tassa sui servizi indivisibili municipali, dando la libertà ai Comuni di aumentare l’aliquota dallo 0,1 per mille fino ad un massimo dello 0,8 per mille. Si tratta di una maggiorazione che i sindaci potranno distribuire in modo flessibile tra prime e seconde case.
L’aumento dello 0,8 per mille è da considerare come limite massimo complessivo, quindi se sulla prima casa avremo un aumento dello 0,3 per mille, sulle seconde abitazioni l’incremento non potrà superare lo 0,5 per mille. Per il 2014 quindi, l’aliquota sulle prime case potrà arrivare fino ad un massimo del 3,3 per mille, mentre per le seconde fino ad un massimo dell’11,4 per mille.
L’aumento della Tasi è una stangata per le tasche delle famiglie italiane, ma si tratta di una stangata contenuta dai vincoli imposti ai Comuni che dovranno destinare il maggior gettito incassato “esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla Legge di Stabilità”. Con questo obbligo di introdurre ulteriori detrazioni per le prime abitazioni le famiglie italiane hanno la garanzia di non venir sottoposte ad un aumento della pressione fiscale.
L’aumento di gettito si aggirerà intorno agli 1,4 miliardi di euro che si sommeranno ai 500 milioni previsti dalla Legge di Stabilità: parliamo di 1,9 miliardi di euro che rappresentano le risorse necessarie a coprire le detrazioni sulle prime case.