Non hanno tregua i contribuenti che dopo il secondo acconto Irpef di fine novembre si trovano a dover mettere di nuovo mano al portafoglio per pagare le imposte sulla casa. Il termine per il saldo di Imu e Tasi, infatti, è fissato al 16 dicembre in tutte le città. Se per la Tasi pagano tutti, sia proprietari che inquilini per tutti gli immobili come per la prima rata, l’Imu verrà versata solamente dai proprietari, ma non per le abitazioni principali e relative pertinenze.
Per chi risulta proprietario dell’immobile fin dall’inizio del 2014 e ha già versato la prima rata, se il Comune non ha modificato l’aliquota successivamente, è sufficiente pagare la stessa cifra versata per l’acconto indicando sul modello F24 o sull’apposito bollettino postale che si tratta del versamento a saldo. In molte città, invece, si dovrà ricalcolare l’importo delle imposte a causa della decisione del Comune di variare le aliquote e in questo caso il saldo potrebbe risultare maggiore del previsto. Naturalmente oltre all’aliquota è fondamentale fare attenzione anche alle detrazioni previste dai singoli Comuni, che soprattutto per quanto riguarda la Tasi, hanno un buon margine di discrezionalità.
Per fare alcuni esempi riguardanti le maggiori città, a Roma non dovrebbero essere intervenute variazioni rispetto alle aliquote su cui è stato effettuato il calcolo dell’acconto, quindi l’aliquota Tasi per la prima casa è fissata allo 0,25%, con detrazioni che variano dai 110 ai 30 euro in base alla rendita catastale dell’immobile, salvo che non superi i 1.500 euro, mentre sulle seconde abitazioni l’aliquota è dello 0,08% e se l’immobile è affittato il 20% dell’imposta è a carico dell’inquilino che occupa la casa da oltre sei mesi. L’aliquota Imu, che si versa solamente per le abitazioni differenti da quella principale, è fissata all’1,06%.
A Milano l’aliquota Tasi sulla prima casa è fissata allo 0,25% con esenzione per le abitazioni di valore catastale al di sotto dei 300 euro, mentre fino a 700 euro sono previste detrazioni decrescenti per i contribuenti con imponibile Irpef fino a 21.000 euro. Sulla seconda casa l’aliquota è dello 0,08% e se l’immobile è affittato, il 10% dovrà essere versato dall’inquilino che occupa la casa da un periodo di oltre 6 mesi. L’aliquota Imu, solo per le prime abitazioni di lusso e per le seconde case, invece, è pari all’1,06%, mentre per le abitazioni affittate a canone libero è fissata allo 0,96%.
A Bologna invece sono state introdotte variazioni sull’aliquota Tasi che aumenta passando dallo 0,33% del 2014 allo 0,43% del 2015, con serie conseguenze per i contribuenti che dovranno pagare in media 130 euro in più. L’aliquota Imu, invece, rimane invariata allo 0,6%.
Permane il caos per quanto riguarda l’Imu sui terreni agricoli, per cui l’ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ha chiesto lo slittamento del pagamento al 2015. A creare scompiglio è il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha ristretto la totale esenzione dall’Imu ai soli terreni agricoli ubicati nei Comuni con altitudine superiore ai 600 metri. Anche se questo provvedimento porta maggiori entrate per i Comuni, questi ultimi devono fare i conti con il taglio del fondo di solidarietà comunale di 350 milioni di euro e l’arduo compito di recuperare l’Imu agricola in tempi strettissimi, quindi “per le criticità derivanti ai contribuenti e per le gravi ripercussioni sui Comuni interessati” l’ANCI ha richiesto di rinviare il pagamento. Inoltre, la scelta dell’altimetria del Comune come unico criterio di distinzione per il pagamento o meno dell’Imu, penalizza gravemente i terreni di montagna dei Comuni caratterizzati da rilevanti dislivelli, con ripercussioni insostenibili sui proprietari di terreni che fino ad ora non dovevano pagare l’imposta, ma anche sulle casse del Comune che si ritrova a dover recuperare in meno di due settimane i tagli del fondo di solidarietà, senza poter informare in maniera adeguata e con il giusto preavviso i contribuenti non più esenti dal pagamento. Dato che questa situazione coinvolge 4.300 Comuni, sembra doveroso il rinvio della scadenza. Anche se il Governo in merito non si è ancora espresso ufficialmente, il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, ha avanzato l’ipotesi di un decreto specifico o un emendamento alla Legge di Stabilità.
Mentre i proprietari di terreni agricoli attendo buone notizie nella speranza di rimandare l’esborso, agli altri contribuenti non resta che organizzarsi per provvedere al versamento entro il 16 dicembre.