L’accorpamento di Imu e Tasi in un’unica imposta sembra essere possibile già nella Legge di Stabilità. A confermarlo le parole di Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia: “Non è affatto escluso. Dobbiamo decidere la portata dell’intervento: se limitarlo al solo ricompattamento delle norme o se fare qualcosa di più ambizioso riguardo ai flussi finanziari. Di certo l’obbrobrio Imu-Tasi che ci siamo trovati è improponibile”.
Dalla fusione più volte annunciata dal Premier Renzi resterà esclusa la Tari, l’imposta sui rifiuti. Nella nuova tassa unica potrebbero rientrare, invece, alcuni tributi minori come quelli che riguardano le attività commerciali, la pubblicità e l’occupazione del suolo pubblico.
Yoram Gutgeld, consigliere economico del Presidente del Consiglio, ha promesso una risistemazione della tassazione sugli immobili entro due mesi: “Questa semplificazione delle tasse locali è sacrosanta. Siamo reduci da due anni di confusione totale. Il nostro impegno per la tassa unica verrà realizzato nei prossimi due mesi. Vedrete che lo faremo”.
L’ideale sarebbe arrivare ad una “local tax che racchiuda anche la Tari e le addizionali Irpef di Comuni e Regioni, ma si tratta di un traguardo per il momento impossibile da raggiungere, in quanto l’imposta non si basa sulle rendite catastali come Imu e Tasi, per le quali l’accorpamento risulta agevolato dalla comune base imponibile.
Per ovviare al problema della miriade di combinazioni nate dalla libertà dei Sindaci di stabilire aliquote e detrazioni, l’unione delle due imposte sulla casa dovrebbe continuare a lasciare alle Amministrazioni Comunali la possibilità di stabilire il livello di tassazione, entro limiti stabiliti per tutto il territorio nazionale, tornando però ad una detrazione fissa, che può essere estesa al massimo per i figli a carico.