Dopo aver parlato in questo nostro precedente articolo dell’Imposta Municipale Unica, ovvero l’imposta meglio conosciuta come IMU, concludiamo il discorso sulle tasse sulla casa parlando di TARI e TASI: la prima è l’imposta che si paga al proprio Comune di appartenenza per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, rappresenta, infatti, il corrispettivo che il Comune richiede per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul proprio territorio; la seconda è il tributo per i servizi indivisibili riguardante i servizi comunali rivolti alla collettività, come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale.
Cos’è e come funziona la TARI.
Il presupposto per l’applicazione della TARI è l’occupazione di locali e aree scoperte e come tale sono tassati tutti gli immobili di proprietà adibiti a qualsiasi destinazione, con le relative pertinenze, ma viene calcolata solo in riferimento alla superficie calpestabile dell’immobile stesso: a tal fine l’Agenzia delle Entrate, almeno per gli immobili residenziali, per agevolare i contribuenti nel calcolo dell’imposta, ha aggiornato la visura catastale inserendo i metri quadri e prevedendo proprio l’indicazione della superficie catastale ai fini TARI.
Coloro che sono interessati al pagamento di questa imposta sono tutti i soggetti che occupano a qualsiasi titolo un immobile, quindi, ad esempio, tanto i proprietari quanto gli inquilini che vivono in affitto (per quest’ultimi solo se la locazione non è breve, ovvero non è inferiore a 30 giorni nel corso di un anno solare, in tal caso la tassa è a carico unicamente del proprietario), oppure se l’immobile è in multiproprietà, a pagare è ognuno dei proprietari in base alla propria quota di possesso.
L’unico caso in cui la TARI non è dovuta è quando l’immobile è inutilizzato, ossia quando è certificabile l’indisponibilità o la mancanza delle condizioni oggettive per la vita, come l’assenza degli allacci alle utenze di luce, gas e acqua. Anche se, essendo le regole sulla tassa decise a livello locale del singolo Comune, esso può stabilire anche altre eventuali ipotesi di esenzione o di riduzione dell’imposta stessa.
La TARI si compone di una parte fissa e una variabile:
- La prima è determinata moltiplicando la superficie calpestabile per la tariffa fissa unitaria stabilita dal Comune, a cui va aggiunto un 5% che rappresenta la somma dovuta a titolo di tributo provinciale;
- La seconda, invece, rapportando la quantità di rifiuto residuo conferito, comprensiva di un quantitativo minimo obbligatorio.
Per il pagamento della tassa, infine, l’importo è stabilito dal regolamento comunale, per l’anno solare in corso, ed è lo stesso Comune ad inviare direttamente a casa dei contribuenti dei bollettini precompilati indicanti importo, eventuale possibilità di rateizzazione e le relative scadenze per pagare la tassa.

Cos’è e come funziona la TASI.
Quest’anno a pagare la tassa saranno solo i proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, ovvero saranno esentate tutte le prime case a meno che non si tratti di strutture appartenenti alle categorie catastali di lusso A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville), A/9 (castelli o palazzi di eminenti pregi artistici o storici). Se i componenti del nucleo familiare, però, vivono in immobili differenti, solo uno avrà diritto all’esenzione. Esenti dal pagamento anche le pertinenze dell’abitazione principale.
Per quanto riguarda le aliquote, i Comuni, per il 2017 potranno mantenere quelle maggiorate dello scorso anno, ovvero fino ad un massimo di +0,8%, potendo però, a propria discrezione, diminuire le percentuali, senza però poterle aumentare.
Per quest’anno la scadenza per il pagamento della prima rata della TASI è fissata per il 16 Giugno 2017, mentre il saldo finale dovrà essere versato entro il 18 Dicembre 2017 (cadendo il 16 di sabato): come di consueto l’acconto di Giugno e la seconda rata di Dicembre saranno entrambe pari al 50% del totale dell’imposta, fermo restando la possibilità, entro il 16 Giugno di saldare l’intero importo in un unica operazione.