Negli oltre 5.000 Comuni che hanno approvato le delibere Tasi entro il 10 settembre 2014 l’appuntamento con il pagamento della prima rata è il 16 ottobre. Nei 105 capoluoghi di provincia, la media dell’aliquota scelta è del 2,63 per mille, ma le svariate detrazioni previste complicano non poco il calcolo dell’imposta.
Prima di tutto spetta al cittadino calcolare quanto deve pagare per l’imposta sui servizi indivisibili. Naturalmente chi può permetterselo si affida ad un commercialista, altrimenti è necessario cercare le delibere approvate sul sito del Comune e consultare centinaia di pagine per essere certi pagare quanto dovuto.
Infatti, per quanto riguarda le detrazioni previste, i Comuni hanno dato libero sfogo alla fantasia. Secondo la Uil sono quasi 100.000 le combinazioni che permettono di godere di uno sconto sulla Tasi prima casa. I Comuni di Olbia e Ragusa hanno optato per un azzeramento dell’aliquota Tasi, Catanzaro ha applicato l’aliquota dell’1,2 per mille, Pordenone l’1,25 per mille con detrazioni, Gorizia e Brindisi l’1,5 per mille, Treviso l’1,6 per mille con detrazioni di 200 euro per ogni immobile, Orisatano l’1,7 per mille, Pesaro l’1,9 per mille con detrazioni legate al reddito Isee fino a 12.000 euro. Le aliquote approvate da tutti gli altri capoluoghi di Provincia vanno dal 2 al 3,3 per mille con le più fantasiose detrazioni: ad esempio a Flero, in provincia di Brescia, i 72.500 euro previsti per le detrazioni sono stati suddivisi tra le abitazioni principali mediante una formula matematica con parentesi tonde, quadre e graffe; in un paesino tra Campobasso e Termini le famiglie in cui è presente un componente con “disabilità superiore al 100%” possono godere di uno sconto aggiuntivo di 50 euro; mentre in provincia di Benevento, a San Marco dei Cavoti, chi adotta un cane randagio potrà pagare la Tasi ridotta del 50%.
La Tasi si applica in parte anche a chi vive in affitto nell’immobile, che per la prima volta si troverà a saldare il tributo insieme al proprietario di casa. Nello specifico, a seguito della pubblicazione delle delibere sul sito del Mef, il conteggio di Comuni che il 16 ottobre chiederanno il pagamento ai residenti in immobili in locazione, saranno 4.256, di cui grandissima parte per decisione autonoma, e gli altri per lo scatto del meccanismo che lo rende automaticamente effettivo. Dato che agli inquilini spetta il pagamento del 10% di quanto richiesto al proprietario dell’immobile, rimane comunque la possibilità che in molti casi il pagamento non debba essere effettuato a causa dell’importo inferiore alla soglia minima dei 12 euro.
Anche se l’incremento di aliquota Tasi dovrebbe essere utilizzato per aumentare le detrazioni, purtroppo non è previsto nessun genere di vigilanza nei confronti dei Comuni che applicano aliquote superiori al 2,5 per mille. Quindi, non solo l’imposta sui servizi indivisibili va ad interessare anche quelle fasce che nel 2013 erano state esenti in seguito al blocco dell’Imu, poi in parte recuperato con la mini Imu all’inizio dell’anno corrente, ma in quei Comuni dove si è puntato a massimizzare il gettito si tratta di una stangata assicurata per la maggior parte dei cittadini, soprattutto quando le detrazioni vengono riservate ad una ridottissima porzione di contribuenti.
In pratica, i Comuni possono incrementare l’aliquota fino al 3,3 per mille senza fornire nessun riscontro tra le entrate in più rispetto al tetto massimo consentito e gli sconti per i cittadini più in difficoltà.