Il calcolo dell’IMU da pagare per la propria abitazione passa necessariamente attraverso il valore della rendita catastale. Questo valore dipende dal Comune, dalla zona censuaria e anche da altre variabili che andremo ad esaminare nel dettaglio, in questo nostro approfondimento. Per chi è alle prime armi con questioni fiscali e burocratiche di questo genere i termini che utilizzeremo potrebbero sembrare incomprensibili e difficili da gestire. Nonostante l’obiettiva complessità di queste faccende da sbrigare tranquillizziamo tutti subito sul fatto che la determinazione della
rendita catastale
è molto più semplice di quanto sembri, come vedremo qui di seguito.
Innanzitutto partiamo dall’ABC: cos’è la rendita catastale?
Si tratta di una particolare informazione che serve a determinare il valore catastale di un immobile per il calcolo dell’IMU. La rendita catastale è stabilita principalmente dalla dimensione dell’immobile oggetto del calcolo, che si misura in base al numero di vani, superficie e volumetria. Oltre alla dimensione dell’immobile c’è anche la tariffa di Estimo, ovvero la zona censuaria e la tipologia. Le tariffe di estimo non sono tutte uguali e dipendono dal Comune e dalla destinazione d’uso dell’abitazione. Il valore della rendita catastale può essere anche rielaborato dall’Agenzia del Territorio locale, qualora non fosse considerata corretta.
Quindi la rendita catastale corrisponde al valore attribuito a tutte le unità immobiliari per fini fiscali, tenendo conto del fatto che possono produrre o generare reddito autonomo. Il valore della rendita catastale si ottiene dalla moltiplicazione dei valori sopra descritti, ovvero grandezza e tariffe di estimo. Ovviamente a questo calcolo si aggiungono categorie catastali e classi di merito per cui non è un valore calcolabile con carta e penna, autonomamente.
Come avviene il calcolo delle tasse da pagare?
Il calcolo dell’IMU avviene rivalutando al 5% la rendita catastale, per poi moltiplicarla con il coefficiente di categoria stabilito dalla legge. Per esempio i fabbricati delle categorie catastali A hanno un moltiplicatore pari a 160, ad esclusione degli immobili di categoria A10 per i quali questo valore è pari a 80. I fabbricati di categoria A sono generalmente abitazioni signorili, civili, economiche, popolari, ultrapopolari ecc… ma anche ville, villini, case rurali, castelli e palazzi storici. A seguire ci sono i fabbricati di categoria B, C, D, E ed F. E ognuno di questi gruppi è abbinato ad un suo particolare moltiplicatore. Ci sono poi le variabili di merito e quelle derivanti dalla zona in cui l’immobile è allocato. Per cui, com’è facile immaginare, una villa in centro storico a Roma avrà un’IMU maggiore rispetto ad un fabbricato dislocato in periferia, lontano da infrastrutture urbane.
Altri fattori che influenzano il valore dell’IMU.
Come anticipato ci sono anche altri valori da considerare, come ad esempio le ristrutturazioni che influenzano fortemente il calcolo dell’IMU. La legge funziona in questo modo: se l’immobile è in ristrutturazione al momento del pagamento della tassa il calcolo di rendita catastale considerato sarà quello dell’anno precedente. Al termine dei lavori ed in accordo con l’azienda che ha effettuato la ristrutturazione si dovrà provvedere ad aggiornare il valore di rendita presso l’Agenzia delle Entrate. Nel caso di immobili non agibili e non abitabili, previa presentazione di opportuna documentazione, l’IMU sarà detratta al 50%.

Tassa sugli immobili: ecco come funziona la rendita catastale
Come si ottiene la rendita catastale del proprio immobile?
Arrivati a questo punto, è sicuramente utile spiegare come si ottengono i valori della rendita catastale. Serviranno informazioni che solitamente si ottengono al momento del rogito e che, in genere, almeno in parte già si possiede: comune, sezione, mappale ecc… questi sono solo alcune dei dati necessari al calcolo della rendita catastale. Questo genere di informazioni serve sia al proprietario che ad un eventuale acquirente, nel caso di calcolo delle imposte come IMU e TASI; ma anche per determinare l’imposta di successione e donazione, le imposte ipotecarie, le imposte sul reddito delle persone fisiche; e, infine, per compilare il modello ISEE. La rendita catastale si trova nella visura catastale dell’immobile e contiene i dati identificativi e di reddito del bene e delle persone fisiche e giuridiche.
È possibile eseguire l’operazione tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate oppure usufruendo del web. In particolare, dei servizi messi a disposizione per il recupero di questo genere di informazioni da aziende come Ivisura, che eseguono il lavoro al posto del proprietario e restituiscono tutta la documentazione in merito, in tempi brevissimi.